La semplice e famosissima frase tratta dal film The Butterfly Effect, ci riassume un concetto estremamente complesso se applicato alla condizione umana “il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano nell’altra parte del mondo”. Questo vuol dire che un semplice accadimento che si manifesta in un posto lontano da noi genera conseguenze inimmaginabili nei sistemi complessi come il clima, l’economia degli stati, il mercato, la produzione, i consumi. Piccole variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento, sia nel breve che a lungo termine, del sistema. Figuriamoci allora quali possono essere gli effetti di una guerra sanguinosa con migliaia di morti tra militari, donne, bambini, civili innocenti, distruzione di infrastrutture essenziali, ospedali, edifici, opere dell’ingegno.
Una guerra, quella iniziata dalla Russia il 24 febbraio scorso, per certi aspetti incomprensibile, come tutte le guerre, mette ancora al centro l’uso delle micidiali armi come unico strumento per dirimere le controversie economiche, politiche, idealistiche, di potere e dominio. L’intervento di invasione armata della Russia nei confronti di uno stato sovrano come l’Ucraina è da condannare senza giustificazioni. Come sempre accade in questi casi si assiste immediatamente a una molteplicità di reazioni nel sistema economico in parte giustificati a causa degli aumenti dei costi legittimati da ragioni oggettive e in parte dettati da ingiustificati interessi speculativi per fini di profitto azionario o individuale. Un tanto possiamo notarlo nelle impennate dei costi energetici che durano da tempo e che non sono riconducibili alla causa bellica. Ma, per questo, anche a seguito di denunce fatte dalle associazioni dei consumatori è in corso una inchiesta congiunta di diverse Procure della Repubblica per accertare l’esistenza del fenomeno speculativo. Fenomeni di aumenti ingiustificati li notiamo nei nostri supermercati anche su prodotti non di importazione e che non hanno neppure una relazione diretta con l’aumento dei costi del trasporto, come ad esempio gli aumenti per i prodotti alimentari cosiddetti a km “0”. Prevedere anche in ambito regionale, la costituzione di un osservatorio prezzi che faccia sedere attorno allo stesso tavolo politici, produttori, consumatori e organi di vigilanza può essere di aiuto a tutti.
Fatto salvo il bisogno primario che ora abbiamo e che riguarda la necessità di fermare le armi e i massacri prima che questa situazione, nella peggiore delle ipotesi, possa trascinare tutti in uno baratro segnando la fine dell’umanità e il ritorno alle caverne per i sopravvissuti con possibili scenari che finora abbiamo visto solo nei film, considerati magari di fantascienza, si renderà sempre più necessario la revisione dei patti sottoscritti dalle grandi superpotenze alla fine della seconda guerra mondiale affinché si elaborino nuovi sistemi di prevenzione allo scoppio dei conflitti armati, privilegiando all’infinito dialogo, diplomazia e rispetto delle parti in causa. Un nuovo patto di convivenza per un nuovo ordine nel moderno mondo globalizzato. Questo quadro, solamente accennato, consegna ai consumatori una nuova e più impegnativa responsabilità per rivedere i modelli di consumo fin qui sostenuti e orientarsi verso altri più sostenibili, rispettosi dell’ambiente, solidali e che bandiscano ogni tipo di sfruttamento.
Angelo D’Adamo