Federconsumatori e Caritas insieme per diffondere abitudini virtuose, riuso dei prodotti e riciclo dei rifiuti
Negli ultimi mesi si è sentito spesso parlare di obsolescenza programmata, intesa come una tecnica adottata a livello industriale per determinare il ciclo vitale di un prodotto limitandone così la possibilità di utilizzo nel tempo, rendendolo obsoleto. Si tratta di tecniche applicabili non solo ai prodotti di elettronica o agli elettrodomestici, in altri ambiti infatti, sono i dettami della moda che impongono di “rottamare” oggetti e cose di per sé ancora passibili di utilizzo. Tutto ciò determina una elevata produzione di rifiuti. L’unica soluzione per invertire questa tendenza è data dal passaggio da una economia di tipo lineare fatta di produzione, consumo e smaltimento, ad una economia di tipo circolare che in luogo dello smaltimento punta l’accento sul riciclo, sul riutilizzo e sulla conversione di beni e prodotti. Partendo da un’evidente necessità di cambiamento nella quotidianità è nato il progetto Re-Consumer, che aspira a diffondere abitudini virtuose e ad indurre i cittadini a mettere in atto pratiche corrette in termini di risparmio energetico, riuso dei prodotti e riciclo dei rifiuti nonché ad innescare delle «piccole rivoluzioni» che dai microcosmi della vita di tutti i giorni, in casa, a scuola, con gli amici, si rivelino replicabili a livello più ampio.
La nostra associazione è da sempre vicina ai consumatori e attiva nella diffusione della corretta informazione ai cittadini per renderli protagonisti delle proprie scelte di consumo. Per questo motivo, Federconsumatori FVG ha recentemente visitato l’Emporio Solidale Pan&Gaban di Udine, una delle numerose iniziative della Caritas Diocesana di Udine, una sorta di punto di stoccaggio del riuso, un negozio dell’aiuto, capace di rispondere sia alle esigenze delle persone in gravissima marginalità, alle quali il vestiario viene distribuito gratuitamente, sia alle persone che sono in grado di pagare “un minimo” (si parte da 50 centesimi), così da aiutarle ad uscire da un circuito esclusivamente assistenziale.
All’emporio si possono trovare, oltre ad abiti e accessori usati, anche biancheria per la casa, oggetti per uso domestico, piccoli elettrodomestici e giocattoli, usati ma comunque in discrete condizioni. Spesso questi spazi sono punti di incontro per persone che affrontano un periodo economicamente delicato ma anche chi vede in questa proposta una possibilità per rafforzare sempre più una mentalità sostenibile nell’utilizzo dei beni. Allestiti con le caratteristiche del negozio, gli empori funzionano per merito della generosa attività dei volontari, quasi tutte donne (ma anche gli uomini sono i benvenuti!), che si occupano della raccolta, dello smistamento, dell’allestimento degli spazi e soprattutto della relazione con le persone che ogni giorno si presentano davanti al portone di Via Marangoni 99, (molti stranieri ma tanti anche italiani) per visionare ed eventualmente portarsi a casa qualcosa che possa aiutare se stessi e i loro familiari. Sul territorio sono presenti altri 5 empori solidali Caritas oltre a quello di Udine: a Codroipo, Sevegliano di Palmanova, Gemona, Manzano e Tolmezzo.
Sempre più persone stanno cominciando a capire che l’attuale sistema economico, basato su uno schema di produzione-utilizzo-smaltimento, non è più sostenibile né dal punto di vista della tutela ambientale né sotto il profilo della disponibilità di risorse naturali e tantomeno per quanto riguarda i cambiamenti climatici e l’inquinamento. Anche noi, nel nostro piccolo possiamo contribuire attivamente, agendo e promuovendo la pratica del riuso e di stili di vita sostenibili e consapevoli. Questo è uno dei tanti modi per farlo.
Emeri Pecile