Chi non si è trovato almeno in qualche occasione in seria difficoltà per aver dimenticato la password o il pin, per un vuoto di memoria o peggio ancora per aver dimenticato dove è stato annotato il prezioso dato segreto? Il panico è la prima e immediata sensazione che spesso ci colpisce. Questo succede perché oggi, nel mondo moderno, non si può fare a meno di possedere tante modalità di identificazione. Procedure che vengono richieste con perentorietà sia dalla pubblica amministrazione che dal settore privato bancario o commerciale più in generale. Naturalmente non si può essere contrari, ai fini della sicurezza e riservatezza, ad assecondare le richieste degli enti interessati, finalizzate anche ad esigenze di tutela degli utenti e dei consumatori. C’è da sottolineare peraltro che l’accelerazione data dalla pandemia alla transizione digitale accentua enormemente questi passaggi.
Solo per fare qualche esempio, tra le operazioni più frequenti in cui è richiesto un account – il cui significato possiamo riassumere come la registrazione al sito con la definizione di un nome utente (username) e di una password – figurano: l’acquisto di un’auto, richiesto al fine di poter usufruire dei servizi della casa costruttrice; un qualunque acquisto online; la registrazione di una carta fedeltà nel settore commerciale; la creazione di uno o più indirizzi email: personali, di lavoro,..; una qualunque operazione bancaria o la richiesta e utilizzo della Postepay con la relativa ID (identità digitale) e un tanto vale anche per altre carte di credito/debito; l’acquisto e la configurazione di un computer allorché è richiesta l’identità digitale del proprietario utilizzatore. C’è da aggiungere che molto spesso, in special modo per le operazioni finanziarie, sempre ai fini della sicurezza, sono richieste password complesse e di difficile memorizzazione, che oltretutto devono essere periodicamente sostituite. E che esistono account generali (si pensi al profilo utente Google, connesso a caselle di posta elettronica come gmail.com) che consentono, non senza difficoltà e qualche rischio, di memorizzare in automatico tutte le password delle varie pagine di accesso. La transizione online riguarda anche la Pubblica Amministrazione, e l’innovazione più importante con cui abbiamo dovuto fare i conti negli ultimi anni è sicuramente lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, attraverso il quale “passano” un gran numero di servizi di natura fiscale, previdenziale. Sempre con lo SPID sono state gestite anche molte delle misure straordinarie di sostegno a cittadini e imprese connesse all’emergenza Covid. Dotandoci dello SPID, costituito anch’esso da un nume utente e un password fissa, oltre a un’ulteriore chiave, da utilizzare per ogni singolo accesso, si può accedere, ad esempio, al proprio fascicolo previdenziale, al cassetto fiscale, al 730 precompilato, al fascicolo sanitario, con la possibilità di visionare l’esito di esami, visite o anche di cambiare il medico di base.
Uno strumento che sburocratizza, elimina code e carta, avvicina amministrazione e cittadini digitali, ma che rischia di escludere purtroppo milioni di persone prive delle necessarie nozioni e dotazioni. Ecco perché Federconsumatori è impegnata in un progetto di informazione ai cittadini sullo Spid, nell’ambito del quale è stato realizzata la depli-guida allegata a questo numero. Acquistare online, accedere tramite uno smartphone o un Pc ai servizi della pubblica amministrazione, sostituire una raccomandata con una Pec sono sicuramente vantaggi importanti, ma non senza rischi e difficoltà, a partire da quello della enorme mole di dati, username e password che si rendono necessari e che andrebbero semplificati. Così come queste innovazioni andrebbero accompagnate da misure capaci di tutelare anche chi continua ad accedere a beni e servizi con le modalità tradizionali. Parliamo di milioni di persone, non di ristrette minoranze. Ecco perché non è accettabile, ad esempio, che lo SPID divenga la giustificazione per una progressiva riduzione degli sportelli fisici dell’Inps, dell’Agenzia delle entrate e di altri enti pubblici.
Spetta alla politica trovare le soluzioni migliori per rendere la vita dei cittadini amministrati più semplice con provvedimenti ispirati alla semplificazione, senza che nessuno si senta socialmente escluso. Per quanto riguarda la Federconsumatori, possiamo dire che noi continueremo a fornire tutti gli aiuti possibili a chi oggi vive gli svantaggi generati dai processi in atto e faremo valere le nostre istanze di rivendicazione e denuncia a tutti i livelli.
Angelo D’Adamo