La Commissione europea ha avviato un’istruttoria antitrust sul settore dell’e-commerce (l’acquisto di beni e servizi attraverso i siti internet) perché vi sono indizi della possibilità che certe imprese adottino misure che limitano il commercio elettronico transfrontaliero. Secondo Bruxelles lo scorso anno il 35% degli italiani che ha usato internet, ha acquistato prodotti o servizi contro il 63% della media europea, ma soltanto il 15% si è rivolto a un venditore con sede in un altro Stato dell’Ue. “L’indagine di settore agevolerà la Commissione nella comprensione e nell’abbattimento delle barriere al commercio elettronico, con vantaggi sia per i cittadini sia per le imprese europee”, ha detto il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, presentando l’iniziativa.
In Europa sono sempre più le merci e i servizi commercializzati via internet. Al tempo stesso le vendite online transfrontaliere nell’UE aumentano lentamente, in parte a causa delle barriere linguistiche, delle preferenze dei consumatori e delle diverse normative vigenti negli Stati membri. C’è però anche il sospetto che certe imprese adottino misure che limitano il commercio elettronico transfrontaliero. L’indagine si concentra sull’individuazione di tali pratiche, in linea con l’obiettivo della creazione di un mercato unico digital, e il rapporto sul settore sarà preparato entro la metà del 2016. Quello che i consumatori si augurano è di poter scegliere liberamente dove e cosa acquistare, cercando, perché no, anche di risparmiare optando per uno stato europeo piuttosto che un altro.