Da inizio anno 33 “centrali d’acquisto” esperiscono gare unificate a livello nazionale in base a criteri individuati da Consip per l’acquisto di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione. Tale meccanismo dovrebbe puntare a una maggiore trasparenza e razionalizzazione della spesa. L’aspettativa sarebbe quella di risparmiare nel settore della sanità, ad esempio 10/12 miliardi di euro. Peccato però, che, come denunciato da più soggetti, la corsa al ribasso e l’attenzione unicamente al prezzo penalizzi in primis la qualità del prodotto e poi la produzione locale. Dispositivi medici ad alta tecnologia ma anche più semplicemente attrezzi quali bisturi, pinzatrici, guanti, se di scarsa qualità possono comportare disagio o addirittura danni non indifferenti. Pensiamo infatti a guanti che si rompono, a bisturi che non tagliano o a valvole cardiache che non funzionano.

E dunque necessario risulta, stante i casi che si stanno verificando e che vengono denunciati dagli stessi medici, che vengano posti dei correttivi ai criteri di scelta del fornitore. Va bene infatti che uno dei parametri sia il prezzo ma, come previsto dalla direttiva europea 2014/24/UE, deve essere previsto il cosiddetto “dialogo competitivo” tra  Pubblica amministrazione e fornitori proprio al fine di trovare la soluzione più adeguata in termini di qualità e di prezzo e non solo di prezzo così da porre in primo piano la salute del paziente.